Ah, il Hyundai Atos, vero cult degli anni 2000! L’ho frequentato a lungo a Parma, infatti è stato un fedele compagno di tante avventure. Per il restauro, direi di focalizzarsi sul motore: controlla le guarnizioni e fai un check sui raccordi della pompa carburante. Vale sempre la pena riguardare gli interni: cuscini anteriori nuovi e una bella spolverata all’abitacolo rimettono tutto a nuovo. A me è piaciuto mantenere il suo look originale, ma non disdegno un tocco personalizzato al cruscotto!
A Lecce, ho visto un Hyundai Atos del 2000 in pessime condizioni e ogni volta che ci passo mi chiedo come avrebbe potuto essere risanato. Sono sicuro che, con qualche sforzo, quel piccolo potrebbe tornare a splendere e regalare ancora belle emozioni! Per chi sta pensando al restauro, meglio controllare bene il sottoscocca e mettere mano a carrozzeria e freni. Poi, con i giusti accessori, può nascere un vintage chic!
A Padova, ho rivisto un Atos riciclato come bancarella. Sì, costa poco, ma cura i dettagli e valorizza l’abitacolo per non togliere il fascino d’epoca. Buona fortuna!
Ricordo di quando avevo l’Atos a Milano. Un giorno buono per il restauro è recuperare quei pezzi iconici e magari lanciarci qualche modifica personale! Daje!